agro

 

La Canapa risana la Terra e la rende nuovamente pura e fertile.

       Prima di affrontare l’aspetto economico dello sfruttamento della coltura della Canapa ai giorni nostri, con l’ausilio delle moderne tecnologie e dell’ingegno, che hanno modernizzato ed implementato le possibilità di utilizzo di questa pianta, è interessante esaminare da subito l’aspetto “salvifico” della coltura della Cannabis, divenuto in tempi recenti tema di studio e trattazione scientifica, in relazione alle condizioni di grave contaminazione delle falde sotterranee e idriche, a causa dell’uso smodato della chimica agricola dei pesticidi, ma anche del reale pericolo che comportano le grandi discariche a cielo chiuso, ufficiali e clandestine, che hanno disseminato il territorio della Penisola di materiali di scarto, percolato derivante e rifiuti tossici che avvelenano i nostri territori per le generazioni a venire, mettendo in grave rischio la sanità dei prodotti derivanti dalle attività agricole tutte.

       Essendo una pianta infestante, la Canapa per crescere non necessita di irrigazione, erbicidi e pesticidi, né di antiparassitari e non avendo proteine al suo interno, non è attaccata da roditori o altri insetti ed ha, in genere, pochi insetti e malattie da temere. La Canapa, come detto, ha anche un’azione fertilizzante e fito-depuratrice: è capace di bonificare e risanare le aree inquinate dalle industrie chimiche.

       La Canapa quindi, in questo senso, è la soluzione più economica ed efficace per una bonifica veloce ed incisiva dei terreni, capace com’è di “aspirare” nelle sue fibre e nella polpa del fusto, nel vero senso del termine, le sostanze tossiche del sostrato e delle falde idriche e trasformarle nel suo processo vegetativo, sottraendole alla composizione del terreno di coltura. Questo processo, attentamente studiato e praticato attualmente nella zona dell’ILVA di Taranto, è detto “Phytoremediation”, il “rimedio vegetale” letteralmente, che è in grado di fornire anche un’azione chelante, ossia è capace di “aspirare” e separare dal terreno la quota di metalli pesanti in esso contenuta, che altrimenti transiterebbero direttamente nel prodotto coltivato, finendo nella catena alimentare, con grave danno per la Salute Pubblica.

       La Canapa, quindi, è una vera e propria spugna, in grado di metabolizzare le sostanze tossiche, ridando qualità e salute alla Terra in pochi cicli di coltivazione. Un sistema naturale che anche i nostri antenati conoscevano, usandolo per ri-azotare i terreni nei cicli di rotazione colturale, allora molto in uso e capace di ristabilire naturalmente un equilibrio dei nutrienti nei terreni agricoli. La pratica invalsa della monocoltura intensiva dei latifondi ha dimenticato totalmente questa buona usanza, che oggi ha molti più motivi e ragione di essere ripristinata.

 

ISCRIVITI ALLA FILIERA ECO CANAPA ITALIA


Stampa   Email