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2020: sarà l'anno per investire in Canapa legale?
Investire sulla Canapa potrebbe diventare a breve un'opportunità reale per i risparmiatori Italiani ed Europei.
Ad aprire uno spiraglio, l'arrivo del primo Etf (exchange-traded fund) europeo dedicato alla canapa, e sarà disponibile in Inghilterra, Irlanda ed Italia.
Lanciato dal fondo Canadese Purpose Investments, Medical Cannabis and Wellness Etf sarà disponibile dal 13 Gennaio, quando verrà quotato in Germania secondo quando afferma il Financial Times.
Secondo le ultime stime di Jefferies equity research, la canapa è un affare da 11 miliardi a livello globale e potrà arrivare a 50 nei prossimi dieci anni; altre fonti affermano che il mercato potrà invece triplicarsi ed arrivare fino a 150 miliardi.
Il fondo Purpose è interessato ad investire in società attive nel mecarto della cannabis legale, di quella ad uso medico, della canapa e del cbd.
Resilienza Italia Onlus è profondamente convinta che la Canapa sia una risorsa estremamente utile per l'ambiente e l'economia e che necessiti di una legislazione adeguata per poter essere valorizzata al meglio. Se anche tu sei d'accordo, aiutaci oggi a realizzare il nostro sogno, il 2020 può davvero essere un anno di svolta per il nostro ambiente. Un mondo più sostenibile è possibile.
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Il 2020 sarà l'anno della Canapa come alternativa alla plastica?
Alle soglie del 2020, numerosi ed affermati studi ci informano che il 70% circa dei rifiuti presenti nei nostri oceani è composto da prodotti di plastica usa e getta. È quindi facile intuire come il problema sia urgente e grave.
Il processo di decomposizione della plastica è lentissimo, di conseguenza il suo accumulo nelle acque aumenta, rilasciando così frammenti di residui che vengono ingoiati dalle specie marine presenti, che a loro volta verranno mangiate da noi, entrando inevitabilmente a far parte della catena alimentare.
La questione è seria poiché ne possono derivare anche gravi problemi di tipo sanitario. La produzione di prodotti inquinanti ha un impatto negativo sull’ecosistema, per questo motivo aziende e piccoli imprenditori stanno iniziando a prendere in considerazione soluzioni alternative più valide.
Ed ecco che entrano in gioco le bioplastiche. Le plastiche di questo tipo sono in grado di essere biodegradabili al 100% ed inoltre sono prive di elementi tossici. L’idea non è del tutto nuova ma, a causa di alternative più economiche, seppur inquinanti, finora è stata decisamente ignorata.
La bioplastica di canapa può essere impegnata per la realizzazione di articoli usa e getta come ciotole, cannucce e bottiglie ma anche per oggetti a lunga durata ad esempio cellulari, tubazioni e automobili.
La creazione di bioplastica ha un impatto sull’ambiente minore se paragonato alle plastiche comuni, ricerche recenti hanno dimostrato che queste sono in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica, inoltre possono essere prodotte attraverso risorse carbon-negative come la canapa.
La bioplastica di canapa è sia biodegradabile che riciclabile ed è in grado di sostituire buona parte dei materiali realizzati a base di petrolio, si tratta di un composto di fibre naturali i cui prezzi sono accessibili, la materia plastica viene infatti ricavata dal gambo della pianta in quanto composto da un’elevata presenza di cellulosa.
La canapa è in grado di crescere in quasi tutti i terreni, dal momento della coltivazione al raccolto trascorrono solo 4 mesi. La facilità di coltivare questo tipo di pianta, e quindi la sua disponibilità, è uno dei suoi punti forti. Queste piante sono delle specialiste nell’assorbire anidride carbonica e non necessitano di pesticidi o fertilizzanti come altre risorse bioplastiche, ad esempio il legno o il cotone. Normalmente viene usata la plastica derivata dal petrolio, ovvero una fonte non rinnovabile destinata ad esaurirsi, mentre la plastica di canapa può essere usata nella stessa maniera con la differenza che è rinnovabile e non provoca inquinamento.
Secondo Matteo Gracis, autore del libro Canapa. Una storia incredibile, la canapa potrebbe davvero essere un’alternativa sostenibile al consumo della plastica, come rilasciato in una recente intervista ad Open:
«La canapa può essere una rivoluzione globale», dice l’autore «Non è una materia di nicchia. Nell'ambito del cambiamento climatico, la canapa potrebbe diventare uno dei nostri più grandi alleati, se sostituisse sarebbe una strategia vincente». Ma quali sono i rischi e i vantaggi di un'economia che guarda alla canapa per mettere in pratica una svolta green?
La canapa un'alternativa alla plastica. è un'opzione credibile?
«Oggi uno dei materiali che inquina di più viene fatto con il nylon che è un derivato del petrolio. Fino all'800 le reti da pesca erano fatte con la canapa. Una volta finito di usarle venivano gettate nell'oceano e nel giro di qualche anno diventavano cibo per i pesci. Quello che bisogna fare è cambiare tutta l'industria della produzione: ad esempio il portachiavi della mia auto è fabbricato di bioplastica ed è realizzato da una start-up siciliana. Ma lo stesso vale anche per la bioedilizia, il biocarburante (bioetanolo di canapa) e l'industria tessile che è tra le più inquinamenti al mondo. Non va dimenticato che i primi jeans Levi's avevano le tasche in canapa per poter sopportare il peso delle pepite d'oro dei ricercatori».
Industria della canapa e mercato del lavoro: quali conseguenze sull'occupazione?
«Da quando alcuni Stati americani hanno legalizzato la canapa il governo americano ha beneficiato di un introito di 4.07 miliardi di dollari dalla vendita della cannabis. Se si guarda ai dati statunitensi nel 2017 la legalizzazione ha portato a un incremento del 20 per cento dei posti di lavoro: sono stati 200 mila le nuove posizioni aperte grazie al mercato della canapa. É innegabile che la legalizzazione crei posti di lavoro.
Ma non è così per la cannabis light che è inserita in un mercato regolato da completa anarchia. E neppure per la cannabis terapeutica: è l'emergenza numero uno in Italia. La coltivazione è in mano a un monopolio statale gestito dall'esercito. Ci sono molte persone che hanno prescrizioni mediche regolari ma a causa dei prezzi elevati, molto spesso, non possono permettersi le cure.
Perché è così difficile far entrare la canapa nel dibattito istituzionale?
«Incredibilmente ci sono delle false notizie che erano state presentate al pubblico già negli anni 40 e che sono ancora dure a morire. I grandi cavalli di battaglia dei proibizionismi sono stati smontati da tempo: ad esempio, non è vero che sia la porta d'accesso al consumo di droghe più pesanti. Anzi, nei paesi in cui è legalizzata troviamo una diminuzione del consumo delle altre sostanze nocive. Si dice che con la legalizzazione ci sarebbe abuso, ma i dati parlano del processo inverso».
Resilienza Italia Onlus è profondamente convinta che la Canapa sia una risorsa estremamente utile per l'ambiente e l'economia e che necessiti di una legislazione adeguata per poter essere valorizzata al meglio. Se anche tu sei d'accordo, aiutaci oggi a realizzare il nostro sogno, il 2020 può davvero essere un anno di svolta per il nostro ambiente. Un mondo più sostenibile è possibile.
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Canapa, una pianta dai mille usi
Non c’è accordo sul numero esatto di utilizzi che si possono fare della pianta di canapa. Quello che è sicuro, è che sono davvero tanti e si incrociano tra prodotti della tradizione e nuovi studi che solo le moderne tecnologie permettono.
Il primo ritrovamento di un manufatto in canapa risale a più di 9 mila anni fa. La scoperta è stata fatta nel 2013 dal professor Ian Hodder, ed è la testimonianza che la canapa, per molte sue proprietà, ha accompagnato l’umanità in quasi tutta la sua storia.
Anche in Italia abbiamo avuto una forte tradizione agro-industriale legata alla canapa se pensiamo che fino agli anni ’50 del secolo scorso eravamo i secondi produttori al mondo per quantità, dietro alla Russia, e i primi per la qualità della fibra tessile, con oltre 100 mila ettari coltivati nei primi decenni del ‘900. La canapa è un vegetale erbaceo annuale, con un ciclo di vita che può durare dai 3 ai 10 mesi, a seconda della varietà e delle diverse condizioni ambientali. È suddivisa in 3 famiglie, la Cannabis Sativa, la Cannabis Indica e la Cannabis Ruderalis. Le varietà oggi registrate per l’utilizzo industriale, con contenuto certificato di THC inferiore allo 0,2%, sono tutte varietà in cui è certamente dominante il carattere di Cannabis Sativa.
Vediamo ora quali sono i principali utilizzi di questa pianta:
Alimentare. Il seme di canapa è il seme più nutriente che ci sia. Ha un contenuto di proteine pari al 20/25%, e contiene tutti e 9 gli amminoacidi essenziali. Contiene l’acido linoleico omega-6 e l’acido alfalinoleico omega-3, che sono acidi grassi essenziali, nel giusto rapporto per l’organismo umano. Inoltre sono presenti vitamine, fitosteroli, caroteni e minerali. Dalla spremitura a freddo dei semi si può ricavare un olio ad uso alimentare e cosmetico che è considerato un vaccino nutrizionale, nel senso che ha tutte le qualità di un alimento protettivo: se utilizzato quotidianamente aiuta ad esempio a rafforzare il sistema immunitario e a far abbassare i livelli di colesterolo. Dai semi è possibile inoltre ricavare farine per la creazione di prodotti da forno dolci e salati. In Italia il risveglio culturale sulle proprietà della pianta di canapa ha sempre di più la tavola come suo volano di crescita e sviluppo.
Carta. L’uso della fibra di canapa per produrre carta risale a più di 2000 anni fa. Attualmente, solo il 5% della carta mondiale viene fatta da piante annuali come la canapa o il lino. Ma agli albori della stampa la carta di canapa ebbe un ruolo preminente: le prime copie della Bibbia stampata da Gutenberg furono prodotte con questo tipo di carta e gli originali delle Costituzioni americana (1776) e francese (1791) sono scritte su carta di canapa. Fare la carta con la fibra e il legno della canapa comporta importanti vantaggi: innanzitutto per la sua enorme produttività in cellulosa, infatti un ettaro di canapa produce, in pochi mesi, la stessa cellulosa prodotta da 4 ettari di foresta in decenni. Inoltre la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già stampabile, mentre i composti chimici utilizzati per sbiancare e trattare la carta ottenuta della fibra di legno, sono dannosi. La possibilità della canapa nasce quindi da un forte motivo ambientale, oggi che tutte le foreste primarie d’Europa, e la maggior parte di quelle americane, sono state distrutte anche per produrre la carta.
Edilizia. Attorno ai materiali da costruzione naturali si può e si deve sviluppare una nuova edilizia, più in sintonia con l’uomo e attenta all’ambiente. Il contributo delle costruzioni in materiali vegetali alla salvaguardia ambientale deriva essenzialmente dalla capacità di non immettere, ma di “sequestrare”, biossido di carbonio. Al netto delle emissioni di trasporto e lavorazione, un metro quadro di muratura in canapa e calce ha sequestrato all’aria 35 chilogrammi di biossido di carbonio. Il composto di calce e canapa può essere utilizzato per una varietà di esigenze di costruzione che spaziano dalla muratura portante a quella divisoria, per arrivare alla pavimentazione.
Bio-plastiche. La plastica derivata dal petrolio ha i giorni contati. Esistono già diverse plastiche realizzate con cellulosa e fibre di canapa che possono costituire dal 50 al 100% del materiale. La fusione delle fibre di canapa nella plastica riduce la quantità di materiale derivato dal petrolio e migliora le qualità complessiva del prodotto: la bioplastica derivata dalla canapa è molto più resistente del polipropilene e l’utilizzo di queste fibre al posto di equivalenti sintetici elimina tutti i problemi legati ai rischi per la salute e allo smaltimento del materiale.
Tessile. Il tessuto per abbigliamento, arredamento, corde e tappeti, si ricava dalla fibra lunga della pianta di canapa. Come tessuto, grazie alla sua fibra cava, la canapa rimane fresca in estate e calda in inverno. Ha proprietà antibatteriche e antifungine ed è in grado di assorbire l’umidità del corpo, tenendolo asciutto e assorbe i raggi infrarossi e gli UVA fino al 95%. La resistenza agli strappi è tre volte maggiore a quella del cotone e tra le fibre naturali è quella che meglio resiste all’usura.
Cosmetica. L’olio di canapa presenta un rapporto veramente ottimale (1:3) tra i due acidi grassi essenziali più importanti: Omega 3 e Omega 6 e ne abbiamo rimarcato l’importanza per la nostra alimentazione. Per quello che riguarda invece l’utilizzo cosmetico, che incrocia in vari modi l’utilizzo alimentare e terapeutico come coadiuvante in diverse patologie, in particolare è da far notare la presenza elevata dell’acido γ-linolenico, che svolge un ruolo importante nella fisiologia e fisiopatologia della pelle, e dei tocoferoli, che sono un potente antiossidante naturale. Lenitivo e riequilibrante, è inoltre un olio ricco di vitamina E, che combatte i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento precoce, e di vitamine del gruppo B (in particolare B1, B2, B6). Nell’olio di canapa i tre grassi acidi essenziali indicati sopra sono presenti in media tra il 60 e il 75% del totale e gli conferiscono proprietà antinfiammatorie e rigeneranti, che aiutano per il trattamento e la prevenzione di malattie della pelle come ad esempio l’eczema.
Benefici ambientali. La canapa fa bene all’ambiente semplicemente crescendo. Abbiamo visto sopra le sue capacità di sequestrare CO2 dall’atmosfera, 4 volte tanto rispetto agli alberi. Sommiamo poi i vantaggi che avremmo fermando la deforestazione, se utilizzassimo la canapa (pianta annuale) invece che foreste che per crescere ci mettono 3o anni, per produrre la carta di cui abbiamo bisogno. Pensiamo all’inquinamento che ci risparmieremmo sia nelle lavorazioni industriali, sia nello smaltimento, se utilizzassimo bio-platiche al posto delle plastiche altamente inquinanti, bio-carburanti al posto di benzina e diesel (che inquinanti sia durante l’estrazione di petrolio, sia durante la trasformazione e sia durante l’utilizzo) e bio-mattoni per costruire e isolare le case. Già così il mondo sarebbe diverso. La filiera della canapa non produce rifiuti realmente inquinanti o difficili da smaltire, e non causa danni ecologici, apportando contemporaneamente un miglioramento nell’ambiente in cui viene coltivata.
A quanto pare tutti questi punti a favore della canapa non sono ancora sufficienti per avere una regolamentazione, e una serie di leggi che possano favorirne la coltivazione anziché demonizzarla come in passato.
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Natale Solidale con Italia Non Profit
Quest'anno Resilienza Italia Onlus partecipa al Natale Solidale di Italia Non Profit.
Si avvicinano le festività e sorge la classica domanda: cosa regalare per Natale? Quest'anno Resilienza Italia Onlus ha deciso di partecipare al Natale Solidale di Italia Non Profit.
Che si tratti di bambini, ambiente, animali, persone anziane, ricerca medica... ognuno di noi ha un tema o una causa che gli sta più a cuore: trovala e avrai aggiunto al tuo regalo un valore nuovo.
Farai capire al destinatario del tuo regalo che lo conosci a fondo, che avete qualcosa in comune.
Il Natale solidale non significa bancarelle improvvisate. I prodotti offerti seguono le scelte di acquisto del momento e trasmettono un significato: spesso sono fabbricati dai beneficiari dei progetti,
oppure rappresentano l’azione di un ente. Dai prodotti più green fino ai “classiconi” natalizi, il non profit offre un'ampia scelta. Senza contare le possibilità di donazione che sono sempre aperte.
I fondi raccolti verranno destinati al progetto "Il Borgo della Canapa" per sostenere l'ambiente e creare nuovi posti di lavoro
Resilienza Italia Onlus partecipa all'iniziativa di Italia Non Profit con il "Il Borgo della Canapa", il nostro progetto di Centro Polifunzionale di trasformazione e ricerca, che ha come obiettivo la separazione, la trasformazione, la ricerca e la produzione di derivati della canapa,
che siano innovativi e rispettosi dell'ambiente e dei terreni agricoli, portando così benefici sia a livello ambientale che sociale.
Di una cosa potrai star certo: il tuo regalo non sarà dimenticato in nessun cassetto. Clicca qui per fare una donazione.
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